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Locri

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Locri
Paese: Italia
Regione: Calabria
Provincia: Reggio Calabria di Reggio Calabria  (RC )
Latitudine: 38° 14‘ Nord
Longitudine: 16° 16‘ Est
Altitudine:  m s.l.m.
Superficie: 25 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

13.069
523 ab/km2
Frazioni:  
Comuni limitrofi:  
CAP: 89044
Prefisso telefonico 0964
Codice ISTAT: 080043
Codice fiscale: D976
Abitanti (nome):  
Sito istituzionale: []

Locri è una città della Calabria, in provincia di Reggio Calabria. L'antico nome della città era Lakroi Epizephyrioi.

L'antica città di Locri faceva parte della Magna Grecia. I ruderi della città sorgono a poca distanza dalla moderna città, a ridosso della spiaggia sul mar Ionio.

Table of contents
1 Fondazione
2 Scavi
3 Necropoli
4 Zecca
5 Vasi
6 La vita nella città di Locri
7 Giocattoli
8 Pinakes (ex-voto)
9 Santuario di Persephone
10 Ceramica Laconica
11 Giardini di Adone (IV sec. a.c.)
12 Cucina
13 Il tempio ionico di Marasà
14 Teatro di contrada Pirettina
15 Santuario di Persefone in contrada Mannella
16 Olimpionici lokresi
17 Locri romana

Fondazione

La città fu fondata intorno VIII secolo avanti cristo, ma solo un secolo e mezzo dopo la fondazione della città, i locresi delimitarono l'area urbana con una cinta muraria costruita da grandi blocchi squadrati di pietra. Locri fu fondata dall'impresa suggerita da una famiglia nobile della Locride orientale (Grecia). La città di Locri era circondata da numerose necropoli, presso le quali sono state ritrovate oltre 1700 tombe.

Locri è stata colonia ed alleata di Sparta.

Erodoto (VI,23),riporta di un arrivo di profughi samii a Locri, verso il 493.


Scavi

L'antica Locri è situata a pochissimi chilometri dalla città moderna, questo fatto l'ha preservata quasi integralmente. Purtroppo nei secoli passati gli abitanti della zona hanno usato le pietre della città antica per edificare le nuove case.

Gli scavi archeologici sono stati portati avanti da Paolo Orsi (1908-1912), Paolo Enrico Arias (1940-1941) e da Giulio Jacopi (1951).

Necropoli

All'esterno della città ci sono diverse necropoli: nelle contrade di Monaci, Russo, Faraone, Lucifero.

Necropoli Lucifero

Era in uso dal VIII secolo a.c. fino al III secolo a.c. Le tombe erano di tre tipi: tomba a fossa tomba a cappuccina tomba a semibotte

Corredi funerari

Nelle tombe sono state trovati oggetti di valore e pregiati, importati dalla Grecia o dalla Magna Grecia (IV secolo a.c.), come vasi, specchi, ornamenti di bronzo, monili in metallo prezioso.

Oggetti da toeletta

Gli oggetti da toeletta per donna erano per la cosmesi personale (pissidi e le lekàmai).
Nella necropoli di Lucifero sono stati trovati specchi in bronzo (prodotti da artigiani locali) fibule (spille di bronzo per abiti, sempre prodotti a Locri nel VI e V secolo a.c.).
In tutte le tombe sono stati trovati dei lèkythos, dei contenitori di oli profumati per toeletta, usati anche dagli atleti prima degli esercizi sportivi e per i rituali funebri.

Specchi

Gli specchi sono una produzione tipica di Locri. Vengono esportati in tutta la Magna Grecia ed in Sicilia. Gli specchi sono in bronzo con manici con figura maschile o femminile.

Necropoli di Parapezza

Questa necropoli è a sud-ovest di Lucifero, sono state trovate oltre 200 tombe. Questa necropoli è stata usata intensamente in età arcaica (VI sec. a.c.) e in età ellenistica (III e II sec. a.c.).

In una tomba ad inumazione c'erano piccoli contenitori importati da Corinto e dall'oriente Greco (Asia Minore) e dall'Attica.

Nel VI sec. a.c. erano usati grandi contenitori di ceramica, (anfore per il trasporto del vino e dell'olio) molte delle quali erano state importate da Corinto o da Atene. Ci sono delle anfore importate da Laconia (la regione con Sparta).

Sono state ritrovate delle Hydriai vasi a tre anse per attingere e trasportare acqua. I vasi più grossi venivano usati per contenere i corpi senza vita di piccoli bambini. Altri vasi venivano usati per le ceneri dei defunti.

Necropoli Contrada Faraone

La necropoli è posizionata nel nord-est dell'area urbana. Durante gli scavi è stato trovato un piccolo frontone in calcare con fregi dorici (frontone del naiskos), datato tra il IV e III secolo a.c.

La forma del frontone imitava quello di un piccolo tempio.

Zecca

Locri coniò delle bellissime monete.

Vasi

Nel V sec. a.c. il vaso ha forma cilindrica ed è quasi sempre importato da Atene.

La vita nella città di Locri

Banchetto e palestra I banchetti erano molto diffusi e frequentati dagli uomini. Le donne partecipavano solo in veste di cortigiane o schiave. Per bere si usavano dei vasi e delle coppe (kylikes) oppure delle tazze (Skyphoi).

Locri è insieme alla città di Sparta una delle pochissime città greche in cui le donne partecipavano alle gare atletiche. Gli atleti usavano uno strumento ricurvo in metallo per pulirsi dal sudore e dagli unguenti ed oli profumati alla fine delle gare.

Giocattoli

In alcuni corredi per bambini si trovano delle bamboline in terracotta con arti snodabili, palline di bronzo e terracotta ed oggetti in miniature, come ad esempio delle piccole lampade.

Pinakes (ex-voto)

Nel santuario della Mannella sono stati trovati molti pinakes: quadretti in terracotta decorati con scene a rilievo policrome. I pinakes illustrano aspetti del mito e del culto di Persephone. Sono stati realizzati nella metà del secolo V a.c. I pinakes sono di forma rettangolare o quasi quadrata, ed hanno una dimensione massima di 30 cm di lato. Questi quadretti avevano dei fori, utilizzabili per appenderli.

Il soggetto raffigurato più frequentemente è il rapimento di Kore. Kore è la figlia di Demetra, che diventa Persephore (regina degli inferi) e sposa di Hades (dio dell'oltretomba).

Secondo Helmut Pruker, Afrodite è la dea più venerata a Locri nel V sec. a.c.

Altre divinità venerate sono Hermes, Dionisio.

Santuario di Persephone

Il celebre Persephoneion locrese è stato definito da Diodoro Siculo come "il più famoso tra i santuari dell'Italia meridionale. Non è ancora stato compreso quale culto si praticasse in questo santuario, ma sembra siano le divinità dell'oltretomba come Persephone.

Ceramica Laconica

Questo tipo di ceramiche sono state prodotte nel VII e VI secolo a.c. in Laconia (regione di Sparta). La ceramica Laconica viene diffusa in tutto il mediterraneo. Veniva usata un'argilla rosata, coperta da ingubbiatura giallina, sulla quale venivano dipinte le figure in nero.

Giardini di Adone (IV sec. a.c.)

I giardini erano realizzati nelle anfore da trasporto, opportunamente spezzate e capovolte. Venivano coltivati finocchi e lattughe, ed innaffiati con acqua calda per accelerarne la crescita.

Cucina

In cucina venivano usati vasellami a vernice nera (coppe per bere, piatti e coppette). Venivano inoltre usati dei contenitori per cibi cotti e crudi e per i liquidi. Soltanto i più ricchi potevano permettersi vasi in vetro o metallo. Per la conservazione o trasporto di vino, olio, olive e salse venivano usate delle anfore.
Il sostentamento della popolazione era basato su cereali e legumi, sulla caccia alle lepri, cervi e cinghiali. Veniva praticata anche la pesca con lenza e reti. Nel museo sono visibili degli ami da pesca.
I latticini erano forniti da capre, montoni e suini. Infine la frutta era composta da mele, melograni, fichi, mandorle, uva e miele.

Il tempio ionico di Marasà

Nella prima metà del V secolo a.c. i Locresi abbatterono il tempio arcaico e lo sostituirono con uno più grande in stile ionico in calcare. Orsi pensa che il tempio sia stato importato da Siracusa. Il tempio di Marasà fu realizzato da architetti e maestranze siracusane operanti a Locri nel 470 a.c. su iniziativa del tiranno di Siracusa Ierone (alleato e protettore dei Locresi).

Il nuovo tempio ha la stessa ubicazione ma è orientato diversamente. Il tempio è stato distrutto nel 1800. I ruderi mostrano un solo rostro di colonna. La dimensione del tempio era di 45,5 metri per 19,8 metri.

La cella è libera da sostegni sull'asse centrale, ed era preceduto da un pronaos (vestibolo) con due colonne fra le ante, che si ripetono anche fra le ante del opistodomo, il vano retrostante la cella, non comunicante con questo. Nello spessore dei muri tra pronaos e cella erano inserite le scale di servizio, per accedere al tetto, come in alcuni templi agrigentini.

Al centro della cella tre grandi lastre di calcare, infisse verticalmente nel terreno, rivestivano un bothros (fossa sotto il livello del pavimento), che doveva essere di notevole importanza per il culto.

Il tempio ha 17 colonne ioniche sui lati lunghi, e 6 colonne sulla fronte.

Le colonne dovevano essere di circa 12 metri di altezza, con base a capitello ionico a volute.

L'epistilio (blocchi sulle colonne) con architrave a tre fasce e dentelli in sostituzione del fregio, non era molto sviluppato in altezza, così come i frontoni dall'inclinazione assai poco accentuata.

Questo tempio era molto più alto dei templi dorici (rapporto altezza e larghezza 1:1), ed è uno dei pochi templi ionici della Magna Grecia.

Teatro di contrada Pirettina

Identificato nel XX secolo da P.E. Arias. Il teatro sfrutta una concavità naturale ai piedi del pianoro Cusemi. E' stato scavato tagliando i gradini nell'arenaria tenerissima La prima fase del teatro risale alla metà del IV sec. a.c. Il teatro conteneva fino a 4500 spettatori. Dalla cavea (koilon) costituita da gradoni tagliati in parte nella roccia, ed in parte sistemati con lastre della stessa arenaria, si godeva un panorama bellissimo della città e del mare.

La gradinata era divisa in sette cunei (kerkìdes) mediante 6 scalette (klimakes). Una partizione orizzontale (Diazoma) separava le gradinate più altre (epitheatron) oggi rovinate. Si pensa che il teatro servisse anche per riunioni politiche.

Santuario di Persefone in contrada Mannella

le ricchezze di Persephoneion furono depredate da:
  • Dionisio II (360 a.c.)
  • Pirro (276 a.c.)
  • dal comandante romano Pleminio luogotenente di Scipione dopo la cacciata da Locri durante la seconda guerra punica (205 a.c.)

Olimpionici lokresi

Eutymos vincitore nel pentlaton nel 488 a.c., Hagesidamos, Keton

Locri romana

Sopra i ruderi greci c'è la Locri romana. La dottoressa Grillo ha trovato nell'estate del 2003, una statua marmorea raffigurante un magistrato.


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